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Nel contempo, in questi decenni, anche la sua vocazione é mutata
da Comune prettamente agricolo (e prima della guerra nemmeno molto generoso, se parecchi dei suoi uomini dovevano emigrare per cercare lavoro, facendo la stagione oltre Gottardo) a Comune d'indirizzo terziario.
Un cambiamento abbastanza veloce nel tempo, rapportato allo sviluppo economico conosciuto dalla nostra regione, a partire dagli anni sessanta.
Ora i circa ottocento abitanti di fine secolo (erano settecento nel 1850) superano quota quattromila, cifra sicuramente ragguardevole per le nostre latitudini.
Discussa l'etimologia di Morbio e varie le piste seguite, spesso anche con una certa fantasia, per ricostruire la storia di un nome. La più attendibile ed anche la più scientifica riconduce al latino "morbidus", propriamente "malaticcio".
Un termine che, nel processo conosciuto delle varie lingue romanze, assume pure il significato di molle, cedevole, grasso, con riferimento, in questo caso,
alla qualità del terreno.
Morbio Inferiore o Morbio Sotto? Denominazione ufficiale la prima, più popolare la seconda, storicamente documentate entrambe. Lo stemma di Morbio (due torri: una bianca su campo rosso, l'altra rossa su campo bianco) ricorda l'antico castello, che sorgeva sul colle, dove, nella prima metà del seicento, fu costruita la Chiesa parrocchiale, il Santuario di Santa Maria dei Miracoli, consacrato nel 1613 diventata Basilica il 2 giugno 1991.
Era uno di quei castelli di segnalazione e difesa che si dipartivano da Milano e da Como, per spingersi, in uno schema di collegamenti e di comunicazioni,
fin nelle nostre vallate. È attestato in un documento del 1198 ("Morbius de Castello de Morbio") e vi era annessa una vasta proprietà terriera,
compreso il mulino sul fiume Breggia.
Alterne le sue vicende, in un susseguirsi di signorotti e padroni, fin quando venne ceduto da Lodovico il Moro, duca di Milano, agli Svizzeri, che lo distrussero nel 1516. Ma la storia di Morbio affonda le sue radici ben più lontano nel tempo, come testimoniano i segni della civiltà romana documentata da reperti archeologici, quali i tre sepolcri scoperti nel 1851, le fondamenta di una grande villa romana ritrovate nel 1920 durante alcuni scavi, recenti scoperte sempre in occasione di lavori, oppure quanto indicato dalle ricerche effettuate, a metà degli anni settanta, nella Chiesa di San Giorgio (la scritta sulla porta laterale reca la data del 1309), che hanno accertato il succedersi nel tempo di ben sette chiese, di cui la prima eretta verso il settimo secolo, in pieno dominio longobardo.
Notevole la presenza artistica a Morbio, soprattutto di carattere religioso, che possiamo ammirare nella citata Chiesa di San Giorgio, nella Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria dei Miracoli e nella Chiesa di San Rocco, portata a termine nel 1776, che ci ricorda i Silva, un'importante famiglia di artisti (architetti, scultori, ingegneri, pittori) che, nel succedersi di varie generazioni, lasciarono tra il 500 e il 700, il segno della loro arte in diverse città europee e soprattutto in Italia. Alle testimonianze del passato s'accompagnano i segni d'oggi, tra cui va ricordata la "Scuola media" progettata dall'architetto Mario Botta.
Si diceva all'inizio del forte incremento demografico conosciuto dal Comune e del suo passaggio, graduale e veloce ad un tempo, dalla civiltà contadina ad un'altra, per molti aspetti non ancora completamente delineata, visibile nel diverso uso del territorio, in segni che scompaiono (come l'antico ponte del Ghitello, sul Breggia, demolito per esigenze varie nel 1972), nelle nuove costruzioni, nelle differenti risposte alle esigenze che via via si affacciano, in quanto segna la presenza dell'uomo lungo il tempo, lo spazio, la storia.
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Ultimo aggiornamento della pagina: 28.09.2017
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