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Il vicario Generale di Como Mons. G. B. Stampa, autorizza, nel 1727, la costruzione della piccola chiesa. La sua erezione venne eseguita su disegno di Carlo F. Silva, il quale, a questo scopo, aveva lasciato le sue sostanze, e quelle di sua moglie, Caterina Lanzana. In San Rocco si possono ammirare quadri e pitture di pregiato valore del Silva (Francesco) del Ceppi e di G. M. Livio. Carlo F. Silva e la moglie sono qui sepolti.


I Silva

La famiglia dei Silva - artisti di Morbio - si ricollega a quel filone che ritrova nelle nostre regioni prealpine e di lago una feconda sorgente. Architetti, decoratori, pittori, stuccatori che hanno lasciato in tutta Europa il segno delle loro artistiche capacità, forgiate alla scuola di valenti maestri e architetti dagli esempi di quanti li avevano preceduti. Scultori che di principio erano lapicidi, muratori poi divenuti capomastri, architetti, mossero per secoli dal lago di Lugano e dai vicini laghi lombardi, migrarono per tutta Europa... ma non tutti sanno quanto, dal Rinascimento in poi, Roma stessa debba all'operosità dei costruttori e dei decoratori, all'arte degli architetti e degli scultori nativi del lago di Lugano che a Roma trovarono non soltanto occasione di lavoro, ma l'ambiente dove si formarono nell'arte, al quale portarono la loro instancabile attività e qualcuno diede il proprio genio... e i luoghi che tutti amiamo per gli incanti della natura, nei monti, sui laghi, si fanno più cari a noi per l'opera geniale dei loro artisti. Tra questi anche la famiglia dei Silva: quattro generazioni di artisti operanti in un arco di tempo che copre quasi due secoli.


Francesco Silva, detto il Vecchio

Nasce a Morbio Inferiore nel 1560 e inizia giovanissimo il suo tirocinio a Roma, alla bottega di Guglielmo della Porta di Porlezza, artista di primissimo ordine nell'ambito dei grandi scultori romani e già allievo del Michelangelo. La scelta di un tale maestro sta ad indicare la condizione benestante della famiglia dei Silva e le doti indiscutibili del ragazzino data la sua ammissione a così provata scuola. La biografia del Silva parla di alcuni suoi lavori nell'atrio di San Pietro, ma, per quante ricerche siano state fatte, nulla é stato rintracciato di sicuramente suo a Roma.

Nel 1611, quarantenne, é chiamato a decorare l'atrio della Sagrestia Vecchia e della Cappella del Battistero della Basilica della Santa Casa di Loreto.

Segue un periodo molto intenso di lavoro in Lombardia e negli Stati Pontifici: sono sue le decorazioni della grande navata unica del trecentesco Duomo di Fabriano, nelle Marche; sue probabilmente le decorazioni della Cappella di San Carlo Borromeo nel Duomo di Faenza in Emilia; suoi gli interventi più importanti nella realizzazione delle cappelle del Rosario al Sacro Monte di Varese, volute dal Card. Federico Borromeo.

L'ultima sua fatica, alle soglie ormai della vecchiaia, é "L'Assunta" sul transetto destro del Duomo di Como. Morirà poco dopo aver terminato l'opera, nel 1641.


Agostino Silva

È figlio di Francesco e nasce a Morbio nel 1628. Dopo l'apprendistato nella bottega del padre, passa a Roma per imparare l'arte muraria.

Rivolge la sua vocazione artistica soprattutto verso il campo dell'architettura, firmando numerosi progetti (il rifacimento della parrocchiale di Castel S. Pietro, del Collegio Gallio e della Chiesa di S. Giorgio a Borgovico a Como) e realizzando il palazzo Volpi e la facciata della chiesa di S. Margherita a Como, la facciata della Collegiata di Balerna e la Villa Turconi a Loverciano.

È presente nel santuario di Morbio, lasciando (probabilmente) il segno della sua arte nelle cappelle laterali dei SS. Pietro e Paolo e di S. Giuseppe e nei lavori della volta del coro e del presbiterio. È molto attivo nella realizzazione delle cappelle del Santuario della Beata Vergine del Soccorso sopra Lenno, sul lago di Como.

Contemporaneamente esegue, sul transetto sinistro del Duomo di Como una maestosa "risurrezione" di fronte alla bella "Vergine Assunta" modellata dal padre vent'anni prima.

Agostino é artista molto richiesto e lo ritroviamo poco dopo nell'Italia centrale per la ristrutturazione in chiave barocca dell'interno dei Duomi di Urbino, Assisi e Spello. Lavori di grande prestigio e di assoluta responsabilità, che indicano di quanta stima e considerazione fosse circondato. Le statue di S. Giuseppe e di S. Gioacchino all'altare del Rosario della parrocchiale di Castel S. Pietro appartengono all'ultima fase della sua preziosa e vasta produzione.


Francesco Silva, detto il Giovane

Figlio di Agostino, nasce nel 1668 e muore a Bona nel 1773. All'abito talare, per lui desiderato dal padre, preferisce il maglio, divenendo scultore dapprima alla scuola di Ercole Ferrata e poi di Ambrogio Raggi.

Lascia presto Roma, lavorando con il padre nel Comasco, soprattutto nella realizzazione delle cappelle del santuario della Beata Vergine del Soccorso a Lenno. Passa in seguito al servizio del duca elettore di Sassonia.


Benedetto Silva

Figlio di Francesco il Giovane e nipote di Agostino, nasce nel 1706. Si dedica inizialmente con forte impegno alla scultura, abbandonandola in seguito per dedicarsi soprattutto all'arte degli ornati, dimostrando in questo campo una forte vivacità e preziose doti.

Lascia il segno della sua presenza artistica a Bologna, Orvieto, Foligno, Perugia, Fabriano; nella nostra regione lavora soprattutto nella collegiata di Balerna, dove eseguì tre altari.


Carlo Francesco Silva

Nasce nel 1661 e inizia la sua attività come scultore e stuccatore, dedicandosi in seguito all'architettura. Rimane poco a Roma e, rientrato in Lombardia, esegue, pensando probabilmente al Borromini, la chiesa di Santa Eufemia e la facciata del Santo Crocifisso a Como. Eresse con le sue sostanze la chiesa di S. Rocco a Morbio Inferiore. Morì a Milano nel 1726.


Francesco Antonio Silva

Figlio di Benedetto, nasce nel 1733. Pittore molto delicato, studia per parecchi anni a Genova, trasferendosi in seguito per qualche tempo a Roma. I suoi principali lavori sono a Como, dove si stabilisce definitivamente, dopo il soggiorno romano.

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